"La musica non è gratis ", artisti contro piattaforme streaming e social

Dibattito acceso : James Blake accusa Tik Tok che non paga adeguatamente, mentre Salmo dichiara :" non c'è più libertà di espressione"

"La musica non è gratis ", artisti contro  piattaforme streaming e social

In questi ultimi anni, le piattaforme streaming hanno reso possibile un intrattenimento più accessibile e personalizzato trasformando il modo in cui noi facciamo uso di musica e cinema. Dietro questo mondo digitalizzato c'è però un grande dibattito che riguarda i compensi degli artisti e dopo lo sciopero degli attori "sciopero di Hollywood" anche gli artisti del panorama musicale iniziano a farsi sentire.

James Blake, cantante e producer inglese, in un suo sfogo, sottolinea che gli artisti meritano un compenso adeguato per il loro lavoro creativo e dichiara : " il lavaggio del cervello ha funzionato e ora la gente pensa che la musica sia gratuita".

La musica di qualità, evidenzia Blake, si deve pagare. I servizi di streaming non pagano adeguatamente  anche i social come Tik Tok, e le etichette chiedono una buona parte del profitto aspettando che l'artista diventi virale. Il producer inglese, raccoglie anche l'appoggio di Kanye West che accusa le etichette di pensare solo al guadagno.

Da un lato le piattaforme streaming hanno reso possibile l'accesso alla musica  a livello globale ma dall'altro  hanno creato un nuovo modo di remunerazione per gli artisti che vedono il loro lavoro sminuito da compensi minimi.

Anche il rapper Salmo in un video su instgram ha avuto uno sfogo contro le limitazioni dei social e dichiara :"devi stare attento a quello che dici nelle canzoni, alle foto che posti, ai video che fai, altrimenti te lo bloccano. L'arte, allora, ragazzi è da buttare. Non c'è più liberta di espressione".