Top Music Italia incontra il fondatore dei MONA GRANT, Gabriele Granducci

Top Music Italia incontra il fondatore dei MONA GRANT, Gabriele Granducci

Come hai scoperto la tua passione per la musica? C'è stato un momento specifico che ti ha spinto a intraprendere questa carriera?

Ho sempre ascoltato bella musica fin da bambino grazie a mio padre. Crescendo ho spaziato pervari generi per poi affinare i miei gusti. Nell’adolescenza ho iniziato a suonare vari strumenti,iniziando dal pianoforte per passare alla batteria e al basso. Poi la folgorazione è stata per lachitarra. Tutto da autodidatta fino a quando ho incontrato la persona a cui devo molto, FilippoAntonini, musicista professionista. Mi ha fatto avvicinare al blues, che adoro. Adesso è il chitarristadel gruppo.

Qual è stata la tua ispirazione principale nel creare la tua musica?

Il bello dell’ispirazione è che fa come gli pare. A posteriori potrei riconoscere l’influenza del rock blues anni 60/70, del grunge dei primi 90, senza tralasciare il cantautorato italiano.

Quali sono i temi o le esperienze che solitamente affronti nelle tue canzoni?

Mi piace raccontare storie. Storie che ho vissuto. Storie di persone che ho conosciuto. Esperienze divario genere, comunque toccate con mano. L’amore sotto varie forme, l’interazione che c’è tra lepersone o comunque pezzi di vita di chi ho incontrato.

Qual è il processo di scrittura della tua musica? Da dove trai ispirazione per i testi e le melodie?

In genere parto da un testo, una storia appunto che ritengo valga raccontare, per poi imbracciare lachitarra e sentire un ritmo o un riff che mi cattura. Ci costruisco sopra la parte ritmica e quando “cel’ho” adatto il testo alla musica. Ma come dicevo prima non c’è una logica. Posso dire che come processo creativo, prima lascio spazio a “ciò che viene”, poi se mi piace, aggiusto tutto cercando l’armonia che desidero amalgamando musica e testo. Se non mi piace, lascio sedimentare.

Hai avuto modelli o artisti che ti hanno influenzato nella tua carriera musicale?

Nessuno in particolare, ma molti che adoro. Provo a fare qualche nome: John Lee Hooker, JJ Cale,Rory Gallagher, Rolling Stones, Syd Barrett, Neil Young, Gianmaria Testa, Lucio Battisti, Nirvana.

Qual è stata la tua performance più memorabile o emozionante finora?

Emozionante è stato andare in Sicilia a registrare il primo EP. Comunque non esageriamo, haancora da venire. I MONA GRANT sono recenti, la formazione attuale si è creata pochi mesi fa.Sicuramente posso dire che è stato molto bello suonare all’hardrockcafe di Firenze, mettersi ingioco nel contesto del Sanremo rock Festival.

Come descriveresti il tuo stile musicale? C'è un genere specifico in cui ti identifichi o sei aperto asperimentare diversi generi?

Senza voler fare lo splendido e come ha detto chi ci ha ascoltato, non è immediato categorizzare lamia musica perché non seguo i dettami canonici di un genere. Potrei dire che è un rock blues“storto” con l’impronta da cantastorie. Poi mi piacciono svariati suoni, quindi le influenze sonotante e sono aperto alla sperimentazione. Ad esempio porto avanti, questo da solo, progetti diensemble con musica elettronica. Insomma, scontato, ma deve piacermi il suono, l’atmosfera di ciò che suono.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso la tua musica?

A questo non ho mai pensato. Non saprei. Quando ritengo di avere qualcosa da dire, da raccontarelo faccio in musica senza preoccuparmi troppo di come altri la prenderanno. Se ci rifletto, ingenerale, vorrei che si potesse ascoltare, apprezzare, la musica come atto creativo che ha qualcosada dire e non come mero riempitivo. Ma questo forse lo vogliono tutti quelli che fanno musica.

Come gestisci il bilanciamento tra la tua vita personale e la carriera musicale?

La musica mi ha salvato la vita, lo dico senza retorica. È proprio così, le devo molto. Quindi ha unospazio ampio nelle mie giornate, anche se non quanto vorrei perché poi le bollette da pagarearrivano e ancora di musica non ci campo. Ma quando riesco a dedicarmici le ore mi passano come una manciata di minuti.

Qual è il tuo sogno nel mondo della musica? Ci sono obiettivi che desideri raggiungere?

Vorrei tanto riuscire a dedicarmici come attività principale. Ho tanto da apprendere e tanto dasperimentare. Mi piacerebbe veder realizzati i progetti di altri due album che ho in mente e portarliin giro a contatto con la gente, suonarli dal vivo. Sto bene mentre lo faccio, sentirmi come mi sentodopo un’esibizione, adrenalina e serotonina che si alzano, quindi, perché non desiderare di farlo al 100%?